Il dottor Costa racconta Bimbingamba / 1

Iniziamo oggi una chiacchierata, divisa in più puntate, con uno dei principali artefici della nascita di Bimbingamba. Il dottor Claudio Costa, fondatore della clinica Mobile che ha assistito per anni i piloti del Motomondiale, è stato anche il medico personale di Alex Zanardi. Ma definirlo solo il medico può essere riduttivo, nel tempo il dottor Costa è diventato un vero amico di Alex, al punto che fu tra i primi a raggiungerlo in ospedale a Berlino dopo il grave incidente del Lausitzring.

«Quando lo andai a trovare in ospedale in Germania, lo trovai subito in buone condizioni», inizia da qui il racconto del dottor Costa. «Sapevo che si sarebbe rimesso alla grane, ma la mia fantasia non sarebbe mai riuscita a immaginare tutto quello che avrebbe vinto negli anni successivi nello sport paralimpico. E soprattutto non avrei mai immaginato che sarebbe riuscito a mettere in piedi un’iniziativa di una bellezza estrema come Bimbingamba».

Il medico si ricorda le parole con le quali Zanardi iniziò a descrivergli il suo progetto: «Mi disse: “Io avuto questo incidente, mi hanno rapito metà del corpo, ma quanti bambini ci sono al mondo nelle mie stesse condizioni?” Il suo ragionamento iniziava proprio da qui, dal voler fare qualcosa per aiutare i bambini vittime di amputazioni. Quei bambini per i quali gambe e braccia sono fondamentali per giocare e che diventa ancor più impegnativo curare visto che sono colpiti proprio nel bel mezzo della loro crescita. I bambini diventano grandi, le protesi vanno adattare nel corso degli anni e per questo occorre seguirli in maniera molto più impegnativa rispetto a un adulto. Ma Zanardi voleva fortemente che più bambini possibili potessero avere le stesse attenzioni che aveva ricevuto lui e per questo si attivò per coinvolgere il centro dopo aveva seguito lui stesso la riabilitazione. L’obiettivo era solo uno: far sì che questi piccoli tornassero a correre, giocare e sorridere». Missione (come sempre quando si parla di Alex) compiuta!

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